Una dizione corretta
(e il raddoppiamento fonosintattico)
La dizione italiana
In italiano esistono due tipi di accento: l'accento grave, che richiede una pronuncia aperta, e l'accento acuto, che richiede una pronuncia chiusa. Questi accenti si applicano solamente sulle vocai E ed O, infatti le vocali I, U ed A possono essere pronunciate in un modo solo, nella lingua italiana.
Per poter dire di avere una dizione corretta dovremo conoscere le regole per le quali occorre pronunciare
- la e aperta È, come nel verbo essere;
- la e chiusa É, come nella congiunzione e.
Prova a pronunciare "questo é quello" e "quello è scemo": ecco la differenza di pronuncia per la e!
Allo stesso modo avremo la o aperta Ò, come nella parola mòto e la o chiusa Ó come nella congiunzione o. Prova a pronunciare "questo ó quello" e "la mia mòto": ecco la differenza di pronuncia per la o!
Sul mio canale YouTube 50% actor troverai tutte o (congiunzione quindi o chiusa) quasi le regole della corretta dizione italiana per sapere come pronunciare ogni parola. Ecco un dubbio: treno ha l'accento grave o acuto?
Il raddoppiamento fonosintattico
Soprattutto è una parola che a forza di subire raddoppiamento fonosintattico è stata assorbita anche dall'italiano scritto; un tempo si sarebbe detto sopra (staccato) tutto. La stessa sorte è capitata a oddio e a molte altre parole, ma cosa è il raddoppiamento fonosintattico? Si tratta dello raddoppiamento della prima consonante di una parola, in determinati casi.
Il raddoppiamento fonosintattico si attiva quando la parola che precede la consonante che raddoppia ha determinate caratteristiche:
- è un polisillabo tronco (p.e, mangerà bene → mangeràbbene; andò via → andovvia);
- è un monosillabo forte, tra cui: ho, è, fa, sta, sto, me, tre (p.e, ho detto → hoddetto);
- è un monosillabo funzionale debole, (preposizioni e congiunzioni), tra cui: a, da, su, e, o, ma, che (p.e. paneevvino, chevvuoi);
- in alcuni casi è un polisillabo funzionale, tra cui: come, dove, sopra, qualche (p.e. come te → comette; qualche cosa → qualcheccosa).
Vediamo ora dove il raddoppiamento non deve essere utilizzato:
- dove c'è una pausa;
- in presenza di consonanti già pronunciate lunghe;
- in molti casi quando la parola inizia con s (non si dice è sstato perché l'italiano non tollera sst).
Il raddoppiamento, essendo fonosintattico, non deve essere scritto, almeno fino a quando non lo si troverà nei dizionari come nella parola soprattutto.
Un piccolo suggerimento sul raddoppiamento
Prova a dimenticare le regole e ad usare il raddoppiamento qua e là, anche a costo di sbagliare; ti accorgeraiche in alcuni casi questo trucchetto rafforza molto il nostro modo di parlare e rende più efficace la nostra comunicazione verbale.
Rùbrica o rubrìca?
Si dice rubrìca, l'accento va sulla I.
Altri dubbi sulla dizione corretta?
Ecco qualche parola che genera comunemente dei dubbi sulla sua corretta pronuncia:
- In DOCCIA, la o si pronuncia chiusa come la congiunzione: quindi si dice dóccia;
- UCRAINA chiede l'accento sulla I: Ucraìna;
- DOPO chiede la o chiusa: si pronuncia dópo;
- le parole FOTO e MOTO, così come TOPO, richiedono la o aperta: fòto, mòto, tòpo;
- TRENO si pronuncia con la e aperta: trèno (seguono la stessa regola parole come bène, scèna, amèno). Si può dire sia frèno che fréno e fai attenzione alle PENE, che vanno pronunciate con la e chiusa: péne perchè se vai in giro dicendo che dirigi uno spettacolo dal titolo "pène d'amor perdute", sarà certamente uno spettacolo a tinte molto forti;
- se guardi gli spot pubblicitari, scoprirai che LIQUORE si pronuncia con la o chiusa: liquóre.
Esperimento economia e dizione
Una bella sfida, per il 2023: da molti anni sono appassionato di economia, e di come banche e grossi investitori provano a trasformare il nostro denaro in carta straccia, con Co.Co. Bonds, CDS e spazzatura varia, quindi ho preparato un accurato video su questo argomento. Il video parla di assicurazioni, e del perché bisogna stare attenti a stipulare due polizze assicurative per lo stesso rischio, il pericolo, infatti, è che non ci si veda rimborsati per i propri danni da nessuna delle due compagnie.
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